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Con il termine cancro del colon-retto si fa riferimento ad un insieme di tumori del grosso intestino che si localizzano quindi sia nel colon, che retto e appendice. Con 655.000 morti all'anno nel mondo, è la terza più comune forma di cancro. In particolare I tumori del retto che hanno una biologia e una prognosi decisamente diversa dalla restante parte del grosso intestino rappresentano circa il 30% del totale di questi tumori e spesso con un andamento decisamente diverso. Il cancro del colon-retto in Italia ha una prevalenza stimata al 1992 di 213,5/100.000 per il colon e di 110,6/100,000 per il retto, con un’incidenza annuale rispettivamente di 40 e 22/100.000. Questi dati risultano oggi in aumento per due ordini di motivi. Da un lato l’evidente incremento delle campagne di prevenzioni iniziate da pochi anni hanno contribuito alla diagnosi di nuove forme di tumori. Dall’altra la presenza di fattori genetici e in misura minore alimentari hanno contribuito all’aumento dell’incidenza. Il dato genetico è tanto più vero se pensiamo che la rivista Cancer ha pubblicato uno studio dal quale è emerso che mentre negli ultimi 20-30 anni l'incidenza del cancro al colon è rimasta praticamente invariata nella popolazione fino a 40 anni, sono invece cresciuti del 3,8% dal 1984 al 2005 quelli rettali. L'importanza di questo studio è quello di responsabilizzare anche categorie tradizionalmente non a rischio: giovani e giovanissimi, da sintomi spesso sottovalutati, consigliando l'endoscopia "in presenza sanguinamento rettale o altri sintomi sospetti".

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