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Come riferiscono gli esperti, il tumore della prostatico rappresenta uno dei big killer della patologia oncologia avendo raggiunto il triste primato di: tumore più frequente nella popolazione maschile dei Paesi occidentali.
Solo in Italia, ogni anno si registrano circa 35.000 nuovi casi, anche se, grazie alla prevenzione, l'incidenza è in riduzione dal 2003. Grazie alle diagnosi precoci è possibile attuare percorsi di cura sempre meno invasivi. Nei pazienti con tumore localizzato, vengono attuate opzioni terapeutiche quali: la sorveglianza attiva, chirurgia o radioterapia.
In particolare però poco si sugli effetti collaterali dei pazienti sottoposti a radioterapia: un trattamento, eseguito con apparecchiature moderne e sicure, ma che in alcuni casi determina alterazioni della funzionalità di organi e distretti, quali intestino, midollo osseo e vie urinarie.
Proprio a tale scopo è stato recentemente promosso un progetto di ricerca italiano, che vede coinvolti: San Raffaele di Milano, Asa di Biella, Istituto Tumori di Milano, Irccs di Candiolo e Istituto “Regina Elena” di Roma; questo lavoro è stato inserito tra i clinical trials del National Institute of Health.

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