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Sebbene moltissimi degli effetti collaterali della chemioterapia siano temporanei, fino a scomparire alla sospensione del trattamento, la loro entità varia da soggetto a soggetto e da trattamento a trattamento. Se fino a qualche anno fa esistevano poche alternative terapeutiche, oggi grazie alle nuove conoscenze in campo farmacologico si è potuto risolvere molti dei disturbi che inevitabilmente possono accompagnare il paziente lungo il suo percorso di chemioterapia.

Fino a pochi anni fa veniva riconosciuto il ruolo esclusivo della farmacologia classica ed era facile imbattersi in articoli pubblicati anche su prestigiose riviste che bocciavano in maniera incontrovertibile ogni trattamento diverso da quello tradizionale. Nel tempo si è modificato nettamente il pensiero e alcune delle cosiddette medicine alternative hanno assunto un nuovo ruolo accanto ai percorsi tradizionali. Ginko, iperico, laetrile, vitamine, aloe, gingseng, tè verde… Chi è malato di cancro ne ha certamente sentito parlare, molti li hanno provati o vorrebbero farlo. E' solo una parte del grande arsenale della medicina naturale, rimedi assunti in via complementare, cioè insieme ai trattamenti tradizionali di radio e chemioterapia, o addirittura in loro alternativa.

L’assenza purtroppo di competenze mediche serie, la diffusa deregulation che caratterizza il mondo delle cure naturali e l’assenza di farmacovigilanza, hanno fatto sì che nel tempo prevalesse la convinzione quanto mai errata, che "male non farà". Ben oltre la metà dei malati oncologici ricorre oggi a terapie complementari o alternative autoprescritte senza sapere peraltro dei potenziali rischi a cui va incontro e quindi senza informare il medico del loro utilizzo.

Prendiamo l'aloe vera: si sa che può limitare la nausea e il vomito, ma può entrare in competizione con i farmaci antitumorali, ridurre l'efficacia o aumentare la tossicità. O ancora, per quanto riguarda il gingko biloba, si pensa che interferisca con l'attività piastrinica e possa indurre fenomeni emorragici. Recentemente la comunità scientifica si è avvicinata a tutto questo mondo con rinnovato interesse e mutata attenzione. Questo atteggiamento più sereno ha permesso di scoprire che molti di questi prodotti hanno effettivamente una comprovata utilità in campo oncologico.

Dopo anni di ricerca e trials clinici, diretti dai National Institutes of Health, i ricercatori hanno concluso che l'agopuntura medica poteva essere inclusa nel piano di trattamento per il cancro, per evitare nausea e vomito correlati alla chemioterapia e per controllare il dolore legato alla chirurgia. E’ stato così ad esempio che un antico rimedio della medicina cinese si è dimostrato utile per aiutare a combattere gli effetti collaterali della chemioterapia e addirittura aumentarne l'effetto. Lo afferma uno studio dell'università di Yale pubblicato dalla rivista Science Translational Medicine, che ha studiato un 'cocktail' di erbe chiamato Huang Qin Tang, in uso da quasi 2mila anni per combattere nausea e vomito. Secondo lo studio, per ora effettuato solo sui topi, il medicinale aiuta a ripristinare il tessuto dell'intestino, uno degli organi più colpiti dagli effetti collaterali della chemioterapia. Somministrato a cavie con tumori al colon, il preparato in pochi giorni ha permesso la guarigione dell'intestino, diminuendo l'infiammazione e la perdita di peso, e aumentando il numero di cellule tumorali uccise dalla terapia.

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