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Il progetto per testare i nuovi farmaci parlerà italiano

Nicola Valeri guida il team dell'Institute of Cancer Research di Londra, che ha recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Science, un lavoro che potrebbe portare a trattamenti più intelligenti, meno aggressivi e più efficaci, nei pazienti affetti da patologie tumorali. Partendo da 71 biopsie di pazienti con carcinoma colorettale avanzato sono stati creati aggregati tridimensionali di cellule chiamate organoidi; da qui è stato creato un modello predittivo per testare la buona riuscita della terapia oncologica.

Le prime tecniche di coltura cellulare in tre dimensioni sono iniziate negli anni ottanta e novanta, quando i ricercatori hanno iniziato a lavorare con le cellule derivate da organi in via di sviluppo per studiare i processi di adesione che guidano l'organogenesi. In anni recenti si è assistito a una riscoperta di questi studi, che però hanno preso una piega un po' diversa da quella originale.

Gli aggregati tridimensionali altrimenti detti organoidi, offrono la possibilità di riprodurre “in provetta” una patologia e sviluppare un trattamento personalizzato.

E' curioso sottolineare che i risultati di Nicola Valeri abbiano trovato spazio sulla stessa rivista sulla quale poco tempo fa sono apparse alcune considerazioni sui recenti sviluppi di questa tecnica per le importanti questioni bioetiche emerse.

Il team di Valeri ha trattato questi organoidi con gli stessi farmaci somministrati in clinica. I dati hanno mostrato che, se il farmaco funziona nella miniatura, funziona nell'88% dei casi anche nei malati; se invece fallisce sugli organoidi, fallisce nel 100% anche nei pazienti. 

Gli organoidi secondo questo studio, permettono di individuare i farmaci inefficaci nel 100% dei casi; questo potrebbe evitare o ridurre al minimo i trattamenti inutili.

Il valore di questo studio è stato quello di dimostrare che questi organoidi hanno una biologia simile a quella del cancro metastatico, e rispecchiano i risultati del trattamento chemioterapico nella pratica clinica.

Il futuro è ancora da scrivere ma una nuova strada è gà segnata

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