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Il trattamento dei tumori al fegato nella malattia avanzata, ha subito negli ultimi anni notevoli passi avanti. Già nel 2012 una ricerca condotta all'Istituto dei tumori di Milano confermava la sicurezza ed efficacia di una innovativa forma di radioterapia con Ittrio-90. Un metodo mirato che non tocca i tessuti sani e permette quindi alla terapia di agire senza effetti collaterali sgradevoli.
Oggi è possibile grazie ad una sperimentazione che si sta svolgendo a Bologna, ma coinvolge anche Roma (Regina Elena), Milano (Istituto Tumori) e Napoli (Pascale) offrire una chance in più per i pazienti con tumore al fegato in fase avanzata: un trattamento “radioattivo”, dimostrato in uno studio condotto su oltre 300 soggetti.
Si tratta di piccolissime capsule che trasportano farmaci (se la terapia è chimica) o elementi radioattivi fin dentro l’organo interessato, attraverso delle infusioni praticate tramite l’arteria femorale. Una volta sul posto, le microsfere cominciano a bombardare il tumore che così si riduce considerevolmente, al punto che è più facile rimuoverlo o trattarlo, e dunque possibilmente anche guarirlo. Un metodo che sta dando risultati molto promettenti ma che al momento funziona solo su determinati soggetti: quelli malati di tumore primitivo inoperabile o con metastasi limitare al fegato stesso.

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