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A novembre è stato presentato il nuovo Rapporto Meridiano Sanità 2013 al Forum "Le sfide dei sistemi sanitari in tempo di crisi. Prevenzione, innovazione e sostenibilità".
Gli esperti nel rapporto, hanno identificato tre grandi direttrici per salvaguardare il Servizio sanitario nazionale: “organizzazione e finanziamento”, “industria e crescita” e "Prevenzione e salute".

L’Italia stanzia il 5% della spesa sanitaria nazionale come indicato nell’ultimo Patto per la salute (2010-2012) per la prevenzione, eppure ne spende solo lo 0,5%, contro una media europea di 2,9% posizionandosi agli ultimi posti tra i paesi europei.

Nell’ultimo trentennio dal confronto con i dati dell’Istituto Superiore della Sanità emerge un sensibile aumento dei tumori (+42% rispetto al 1980) e oggi rappresentano la seconda causa di morte dopo le malattie del sistema cardiocircolatorio sia in Italia che in Europa. Si stima che nel 2013, in Italia, verranno diagnosticati circa 366.000 nuovi casi di tumore maligno (in lieve aumento rispetto ai 364.000 del 2012). eppure la mortalità sta diminuendo nel tempo sempre più rapidamente. Tale diminuzione è legata al successo di misure di prevenzione primaria, che permettono una diagnosi precoce della malattia, ma anche alle innovazioni diagnostico-terapeutiche che hanno aumentano la sopravvivenza dei malati, anche nella terza età.
Prevenzione e diagnosi precoce, aumentano le probabilità di una cura efficace, e quindi una riduzione della mortalità specifica.

La spesa per la prevenzione si è attestata nel 2011 a 5 miliardi, pari al 4,2% della spesa. Ben al di sotto di quanto dedicato dai principali Stati Ocse. Anzi l’Italia si posiziona all’ultimo posto tra i Paesi europei per quota di spesa sanitaria destinata alla prevenzione, con appena lo 0,5%. Sebbene la ripartizione dei fondi possa variare da stato a stato e non sempre sia facile confrontare i vari paesi dell'Unione Europea (modello Beveridge o Bismarck) è evidente la disparità dei modelli d'oltralpe rispetto al nostro. Non bisogna però dimenticare il difficile momento di congiuntura in cui si trova il nostro paese. Infatti se tra le prime proposte di Meridiano Sanità, compare un potenziamento nell'utilizzo dei fondi in prevenzione, è sempre più chiaro che questi non possono prescindere da considerazioni supportate dall'evidenza scientifica. «La prevenzione - ha ricordato Carlo Signorelliraramente porta risparmi nel breve periodo, mentre molte iniziative sono costo-efficaci ma impegnano risorse. Da qui l’importanza di privilegiare quelle a provata evidenza scientifica. Inoltre, i bisogni di prevenzione non si traducono sempre in domanda e il successo degli interventi non dipende solo dalle scelte “politiche”, ma anche dai diversi stakeholder e dalla capacità dei cittadini di divenire parte attiva».

Purtroppo molto resta ancora da fare e nel futuro dobbiamo aspettarci una riconsiderazione dell'attuale modello di prevenzione in termini di utilizzo sul territorio e di risorse destinate oltre a un nuovo modo di pensare alle campagne di screening.

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