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Ogni anno nel nostro Paese si verificano circa 7.000 nuovi casi di melanoma e 1.500 decessi legati a questo tumore della pelle particolarmente aggressivo. Si tratta di stime, perché finora è mancato un database in grado di censire il numero reale dei casi. La lacuna viene colmata oggi con il primo registro nazionale sul melanoma, un progetto dell’Intergruppo melanoma italiano (Imi). È la prima banca dati relativa a questa neoplasia in Italia, l’unica esperienza simile in Europa è quella avviata in Germania dall’Associazione dei dermatologi. La prima fase pilota del progetto è iniziata due mesi fa all’Istituto “Pascale” di Napoli, che svolge anche il ruolo di coordinatore dell’iniziativa. È prevista l’adesione di almeno 45 centri entro l’estate 2011. L’accordo è stato siglato con Bristol-Myers Squibb che ha sostenuto l’iniziativa del registro italiano.

Una diagnosi precoce permette di evidenziare un melanoma molto sottile, che può essere asportato con un semplice intervento chirurgico. Le lampade UV e l’esposizione dei bambini al sole senza protezione adeguata fa sì che il melanoma colpisca sempre più frequentemente i giovani: oggi un paziente su 4 ha meno di 30 anni mentre 10 anni fa i casi sotto i 30 anni erano solo il 5%. Negli ultimi 20 anni, l’incidenza è aumentata di oltre il 4% all’anno in entrambi i sessi. I trend recenti indicano un aumento persistente per gli uomini, e un apparente rallentamento per le donne. La mortalità è ancora in crescita significativa tra gli uomini. Se individuato in fase iniziale, questo tumore è guaribile nell’80% dei casi. La situazione diventa più complessa se avanza fino alla fase metastatica. Per la prima volta dopo 30 anni, si stanno affacciando nuovi trattamenti in grado di rappresentare una vera svolta. In particolare, ipilimumab è un anticorpo monoclonale che si caratterizza per un meccanismo d’azione “rivoluzionario” e ha dimostrato di migliorare in modo significativo le percentuali di sopravvivenza dei pazienti colpiti da melanoma metastatico.

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