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Nel 2014 sono stati spesi in tutto il mondo, circa 100 miliardi di dollari per i farmaci anti-cancro, il 33% in più rispetto alla fine degli anni Novanta. Il risultato di questo sforzo è il miglioramento della sopravvivenza: in Italia le guarigioni sono aumentate del 15% in 10 anni, oggi infatti il 70% dei pazienti colpiti dai tumori più frequenti può considerare concluso il proprio percorso.

Per la prima volta nel nostro Paese si è registrata una diminuzione dei nuovi casi, 363.300 nel 2015 rispetto ai 365.500 nel 2014, dovuta soprattutto al minor numero di diagnosi fra gli uomini. Questi risultati, denuncia l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), rischiano di essere vanificati se non si interviene quanto prima con modifiche strutturali e con un Fondo Nazionale per l’Oncologia per garantire l’accesso alle terapie più efficaci a tutti i pazienti.

La spesa sanitaria totale nel nostro Paese è pari all’8,9% del PIL, inferiore rispetto alla media (9,8%) degli altri Big UE (Germania, Francia, Regno Unito e Spagna). Numeri molto distanti dagli USA, dove il costo per la salute costituisce il 16,5%. Investiamo meno risorse rispetto ad altri Paesi, però otteniamo risultati migliori perché il nostro sistema, basato sul principio di universalità, è efficiente.

L'appello lanciato dall'AIOM al 52° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) che mette quest'anno al centro dell’agenda il tema della sostenibilità, è di finanziare il Fondo con le accise sul tabacco, 1 centesimo in più a sigaretta, per colpire una delle cause del tumore al polmone, tra le forme più diffuse, con circa 41.000 nuove diagnosi registrate nel 2015.

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