Skip to main content

Il modello di classificazione dei tumori, fino ad oggi in uso è basato sul tessuto di origine. Fino a pochi anni fa questo era sufficiente a definire le terapie con buona approssimazione. Con l’avvento delle terapie personalizzate e i progressi della biologia molecolare, si è visto che questa classificazione va un pò stretta e il modello non regge più.

Uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell, dimostra che l’attuale classificazione non consente di definire adeguatamente la vera natura dei tumori. E’ il più ampio studio di genomica realizzato nell’ambito dell’iniziativa Cancer Genome Atlas (TCGA), condotta e supportata dal National Cancer Institute e dal National Human Genome Research Institute, che fanno parte dei National Institutes of Health americani. Scopo della ricerca è quello di arrivare a definire una nuova classificazione dei tumori, esclusivamente basata sul profilo genetico. Fino ad oggi i tumori sono stati classificati sulla base del tessuto di provenienza (tumore del polmone, del colon o della mammella), ma secondo questo nuovo studio molte forme andrebbero riclassificate sulla base dell’assetto molecolare, più che di quello istologico. “Questo studio genomico – spiega Christopher Benz– fornisce nuovi dati tutti da esplorare, accanto ad una lista completa dei caratteri molecolari, che definiscono ognuna delle nuove classi tumorali”.

Secondo gli autori dello studio, tutto questo rappresenta appena la punta dell’iceberg; “è possibile che il 30-50% dei tumori – afferma Benz - dovrà essere riclassificato sulla base dei caratteri genomici. Sebbene questa nuova classificazione debba ancora essere validata da studi di follow-up, riteniamo che alla fine fornirà le fondamenta biologiche per una nuova era di terapia oncologica personalizzata, tanto attesa sia dai medici che dai pazienti”.

Il gruppo di scienziati analizzando il DNA, l’RNA e le proteine di 12 diversi tipi di tumori, provenienti da migliaia di pazienti, ha potuto disegnare una nuova classificazione dei tumori, comprendente 12 sottocategorie: solo in 5 casi la classificazione genetica è risultata sovrapponibile a quella basata sul tessuto di origine.

Una prima ricaduta di questo studio è che i ricercatori del Lineberger Comprehensive Cancer Center, hanno già sperimentando nelle pazienti con tumore della mammella triplo negativo, l’efficacia della terapia con carboplatino, chemioterapico comunemente impiegato nel tumore dell’ovaio, in aggiunta alla terapia standard. I risultati di questo studio hanno dimostrano un certo beneficio aggiuntivo del carboplatino in queste pazienti, anche se non è ancora possibile dire se questo avrà un impatto sulla sopravvivenza generale e su quella libera da malattia.

Allegati

Condividi