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(ANSA) - ROMA, 12 AGO - Nei prossimi 2-3 anni potrebbero essere sperimentati in Italia vaccini capaci di combattere più forme di tumore. Lo ha detto l'oncologo Pier Giuseppe Pelicci, dell'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo), riferendosi al risultato pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine e ottenuto da Maria Rescigno e Fabiana Saccheri, del dipartimento di Oncologia sperimentale dello Ieo (Campus Ifom-Ieo), con un finanziamento dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc).
La storia dei vaccini nella lotta dei tumori è nota da tempo e soprattutto in Italia ha trovato molti esempi, uno fra tutto quello sperimentato dal Dott Ermanno Leo Direttore della Struttura Complessa di chirurgia colorettale presso la Fondazine IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano.

(ANSA) - ROMA, 12 AGO - continua -È una strada nuova e solida in cui crediamo e nella quale investiremo molto, ha detto ancora Pelicci. I risultati pubblicati riguardano il successo ottenuto sugli animali contro il più aggressivo tumore della pelle, il melanoma, e i test sull'uomo sono attesi nel giugno 2011. Nel frattempo sono cominciati gli studi negli animali per verificare se la strategia funziona anche contro il carcinoma del colon. Nel mirino anche il tumore del seno. La strategia consiste nell'ingannare il tumore utilizzando un batterio molto noto, come la salmonella. Questa costringe il tumore a produrre la proteina (chiamata connexina 43) che lo rende visibile al sistema immunitario. In questo modo le difese dell'organismo possono nuovamente essere scatenate contro il tumore, che non riesce più a sfuggire. È un risultato straordinario, ha osservato Pelicci, perchè per la prima volta si riesce a contrastare uno dei meccanismi di evasione tipico di tutti i tumori. Tutte le forme di tumore infatti evadono il controllo del sistema immunitario riducendo la produzione della proteina che li rende visibili (la connexina 43 nel caso del melanoma). L'arrivo di un agente estraneo, come la salmonella, confonde il tumore, che torna a produrre la proteina che lo tradisce. In linea di principio - ha aggiunto l'esperto - questa strategia potrebbe rivelarsi valida per altre forme di tumore. Tuttavia la conferma potrà arrivare solo dagli esperimenti. Per il momento sono stati condotti i primi test sugli animali per studiare l'efficacia di questo stesso meccanismo contro il carcinoma del colon: in questo caso non è stata ancora dimostrata la riduzione della crescita del tumore, ma si è visto che la salmonella funziona. I primi pazienti a sperimentare il nuovo approccio, il prossimo anno, saranno ad uno stadio avanzato del melanoma, con metastasi: si comincerà da questi casi per motivi etici e gli studi si stanno disegnando adesso. Tuttavia, ha aggiunto Pelicci, il problema non è togliere il tumore, ma colpire le cellule tumorali che non vediamo e che sono responsabili delle ricadute. L'obiettivo è poter trattare questi casi perchè sono quelli che potranno avere i benefici maggiori.(ANSA).

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