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Oncologia, come modello di orgoglio lariano

I risultati politici, vedono Como ancora una volta tradita. Dobbiamo ricostruire un nuovo senso di appartenenza per restituire orgoglio al nostro territorio. Perché non ripartire proprio con il modello Erone, che con la sua capacità di fare rete, ha dimostrato di poter rilanciare l’immagine dell’oncologia lariana?

Prevenzione, screening, chirurgia oncologica, radioterapia, farmaci biologici, sono termini entrati nel lessico familiare - spiega il presidente di Erone: Alberto Vannelli, medico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e responsabile dell’unità di chirurgia oncologica al Valduce - ma se proviamo a ripercorrere questa storia, ci rendiamo conto che non è sempre stato così. Gli anni novanta mostrano dati allarmanti: 3.500 nuovi casi di tumore e una mortalità vicina al 50%. Como reagisce, unendo le forze. Nel 1999 nasce il Dipartimento Oncologico Aziendale, migliorato nel 2004 con il Dipartimento Interaziendale Provinciale Oncologico; nel 2006 Como è inserita nella Rete Oncologica Lombarda; nel 2007 è la volta del Registro Tumori di Como. Oggi sono 20.000 le persone con una precedente diagnosi di tumore, alle quali si sommano 4.000 nuove diagnosi all’anno. Numeri in crescita soprattutto nella percentuale di guarigione: oltre il 60% dei pazienti può considerare concluso, con esito positivo, il proprio percorso; dati superiori alla media italiana. La capacità di fare squadra dei nostri ospedali, ha prodotto un’oncologia a vocazione tecnologica, ma con grande attenzione alle necessità del paziente e dei suoi famigliari.

Il nostro messaggio: “costruire un’idea per istruire una coscienza oncologica”, dimostra di essere un modello vincente e può anche essere declinato sul territorio per risvegliare il comune senso civico e riportare Como al livello che merita.

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